Letteratura per l’infanzia – Premio Letterario Internazionale Merano-Europa Settima edizione 2007
Mara Bertamini
Cilli e Paprica
Il regno di Peperonia era un’oasi tra le Dolomiti, formato da casette graziose a forma di fungo. Si viveva bene, senza preoccupazioni. Gli abitanti erano belli e profumati e passavano ore nelle aiuole di bellezza per apparire alle feste danzanti che venivano organizzate ogni luna. Si cospargevano di profumi; nel regno c’erano gli speziali che li preparavano, selezionando i fiori che raccoglievano nei lunghissimi viaggi nel Regno degli Agrumi, al Lago di Garda. Creavano i profumi, li travasavano in boccette e li appendevano agli alberi.
A Peperonia il terreno era così fertile che sugli alberi cresceva cibo di ogni genere. Il re e la regina erano dei bellissimi peperoni, emanavano un profumo unico ed erano sempre in forma; felici perché era in arrivo l’erede al trono: un peperoncino. Si preparavano i festeggiamenti, quando, improvvisamente, scoppiò un violento temporale e la Regina, spaventata, diede alla luce due peperoncini: un maschio e una femmina. La fattucchiera Caienna glieli mostrò e la regina svenne: erano brutti, grinzosi e non profumavano. Decisero di dire al popolo che i due neonati erano volati in cielo, invece, furono affidati a Caienna per farli adottare.
A Caienna era stato dato un cofanetto con dei preziosi profumi e con i piccoli Cilli e Paprica, lasciarono il regno su un cocchio trainato da quattro grossi conigli bianchi. Dopo giorni e giorni di cammino giunsero al fiume Adige che segnava la fine del regno, non c’erano più le vette di Peperonia, ma montagne spoglie con ciuffi d’erba secca e un intenso odore che irritava gli occhi, il Regno delle Cipolle Rosse, nella Vallarsa. Caienna spronò i conigli bianchi a proseguire, perché quel luogo era ostile al Regno di Peperonia.
Improvvisamente si presentò ai loro occhi il Regno degli Agrumi, appoggiato dolcemente sulle sponde del Lago di Garda, dove gli speziali raccoglievano i fiori per i loro profumi. Gli alberi erano ricoperti di fiori bianchi e profumati, sciami di api si infilavano a turno nei fiori per raccogliere il polline. Gli agrumi, purtroppo, li rifiutarono perche erano dei volgari ortaggi.
Sconsolati, si rimisero in cammino, sempre più sfiduciati. Dormivano dove capitava, nei campi o in qualche capanna, ma non trovarono nessuno che li volesse adottare. Giunsero nel Regno del Pane e videro distese di spighe gonfie, pronte per il raccolto. Il grano ondeggiava, spinto dalla leggera brezza, e si aveva l’impressione di trovarsi davanti al mare: il vento sospingeva il grano trasformando i campi in distese di onde irregolari, ora grandi, ora piccole. Contrariamente al mare dove le onde si infrangono sulla spiaggia o sugli scogli e sono talvolta violente, grandi e spumeggianti, lo spettacolo di milioni di spighe gialle movimentava invece dolcemente il paesaggio. Incontrarono Granetto, il capo degli elfi del grano. – questi piccini devono essere adottati, ci puoi aiutare? – Gli elfi non sono capaci di allevare piccoli – disse Granetto – noi siamo immortali, non siamo mai stati piccoli. Facciamo il pane per gli elfi, gli gnomi e i folletti del nostro mondo, lo impastiamo con formule magiche e ci garantisce l’immortalità. Se qualche estraneo lo mangia, svanisce. Non mi sembra il posto adatto per dei peperoncini.- A Cilli e Paprica piaceva molto quel luogo, ma rassegnati, ripartirono. Udirono una voce dolce: -fermatevi con noi! –
Cilli, Paprica e Caienna cercarono la voce. – Dove sei? Non ti vediamo! -Proseguite per il sentiero, girate alla quarta spiga sulla destra, dopo il villaggio dei Papaveri vedrete dei fiori azzurri, io sono lì in mezzo. –
-Sono Nonna Fiordaliso.– Vennero accolti come amici, rifocillati e rassicurati. Passarono giorni felici, la raccolta del grano era in pieno svolgimento e Caienna voleva passare l’ultima notte con loro.
Il mattino dopo furono svegliati dagli elfi che con i falcetti tagliavano il grano e corsero da Nonna Fiordaliso. Lo spettacolo era tristissimo: i fiordalisi, falciati, stavano appassendo. Nonna Fiordaliso con la voce fioca li supplicò di scappare velocemente o sarebbero stati falciati. Cilli e Paprica piansero, non l’avrebbero mai scordata.
Dopo giorni di tristezza per la perdita di Nonna Fiordaliso, giunsero nel villaggio dei Peperoncini Piccanti e credettero di essere in famiglia, ma il capo del villaggio non li adottò perché non sarebbero stati di nessuna utilità. Nel villaggio crescevano peperoncini piccantissimi, venduti nei mercati come spezie e Cilli e Paprica non erano piccanti!
Erano passate già due lune, Caienna era in ritardo. Il capo dei Peperoncini Piccanti li ospitò per la notte e, mentre confabulava con Caienna sul da farsi, Cilli e Paprica decisero di fuggire quella notte.
I due poveri peperoncini ne ebbero di avventure a partire da quella notte! Ogni scricchiolio o animale selvatico metteva loro una paura tremenda, ma la voglia di cercare una famiglia li stimolava a proseguire.
Il cofanetto di prufumi che Caienna aveva dato loro non servì né a sfamare i piccoli né a farli accettare: ciò che nel Regno di Peperonia era prezioso non valeva nulla negli altri regni.
Dopo tanti giorni di cammino percepirono all’improvviso degli odori che non avevano mai sentito, diversi a secondo di come tirava il vento e più intensi man mano che si avvicinavano ad una radura. Apparve loro un insieme di quadrati diversi per colore e odore: erano nel Regno degli Aromi.
Gli abitanti erano molto diversi tra loro e non c’erano peperoni! Molto curiosi si presentarono al primo Aroma: era la Salvia che sprezzante spiegò che era preziosa per condire le carni, come il Timo e la Maggiorana, l’Aneto, l’Erba Cipollina e il Dragoncello. Il Prezzemolo spiegò che era indispensabile, il Sedano magnificò le proprie qualità e il proprio sapore e il Sesamo spiegò che senza di lui il pane non avrebbe alcun sapore. Dopo aver sentito altre qualità dal Rosmarino e dall’Aglio, giunsero dal Re, il Grande Pachino. Il Grande Pachino, succoso e nel pieno della maturità, era il pomodoro più prezioso. Cilli e Paprica raccontarono la loro storia e il Grande Pachino, decise di adottarli.Fu un periodo abbastanza sereno per i due peperoncini, impararono a leggere e scrivere e a conoscere bene il Regno degli Aromi, ma non erano felici. Mancava loro l’affetto di una famiglia, crescevano insicuri, non pizzicavano nemmeno un po’ ed erano sempre brutti e grinzosi. Erano passate quattro lune, quando decisero di proseguire da soli per visitare luoghi diversi. Il commiato fu triste, la Salvia versò perfino qualche lacrimuccia.Si rimisero in cammino e dopo molti giorni giunsero in un villaggio in riva al mare, su una spiaggia bianca.Udirono il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli, videro dei pesci. ll mare disse: -Cilli e Paprica, fermatevi qui, questo è il posto per voi!-Incontrarono due bambini simpatici: Salina e Salato del Reame del Sale, un regno diverso dagli altri: era una comunità tutto era di tutti. Cilli e Paprica conobbero la loro grande famiglia che li accolse con affetto e il Grande Sale, il Saggio, che insegnò loro i valori della vita: l’affetto, la solidarietà e il rispetto degli altri. Cilli e Paprica crescevano belli, forti e molto piccanti.Tutte le sere i nostri piccoli amici andavano sulla spiaggia per godersi il tramonto; il mare li faceva salire sulle onde e mostrava loro le bellezze.Videro stelle marine, polipi dagli occhi azzurri, aragoste dalle tante chele, minacciose murene che facevano capolino dalle loro tane, pesci ago lunghi e sottili, buffi pesci palla, grossi tonni, delfini giocherelloni, cavallucci marini e conchiglie dalle forme più impensate.Cilli e Paprica amavano i bambini del Reame: il Grande Sale decise di affidare loro l’incarico di insegnanti, erano saggi, ormai e amavano i bambini.
Intanto, nel Regno di peperonia, il Re e la Regina diventavano brutti e vecchi e non sapevano più nulla dei loro bambini. I sudditi non si curavano, non si danzava più e il cibo cominciava a scarseggiare, gli alberi non davano più frutti.
Dopo molte lune di serenità, Cilli e Paprica vennero convocati dal Grande Sale che svelò loro chi fossero i genitori e comunicò le brutte notizie dal loro Regno. Il Regno delle Cipolle Rosse, avido di potere e di terreni, aveva dichiarato guerra al Regno di Peperonia che, molto pacifico, avrebbe certamento perso. I piccoli, molto tristi per le notizie, ma felici di aver trovato i genitori, decisero di tornare a casa. Erano i genitori, ora, che avevano bisogno di loro. Percorsero a ritroso la strada per il Regno di Peperonia su un cocchio trainato da due lepri e quando vi giunsero trovarono agitazione, confusione e tanta paura: era la guerra. Il Re e la Regina chiesero perdono ai figli, che ritrovarono cresciuti, belli, forti e profumati. Il re mise sul trono Cilli e nominò Paprica Gran Consigliere
Il Consiglio dei Saggi era riunito nella sala delle udienze: non avevano mai fatto una guerra, erano senza armi e le Cipolle Rosse, comandate dal cattivissimo Generale Ispica, erano molto pericolose. Cilli e Paprica si consultarono tra loro e decisero di usare la loro arma segreta e piccante, che tutta Peperonia possedeva, ma non sapeva di avere. Usarono l’astuzia:
nella notte successiva, tutti i peperoni del regno compresi Cilli e Paprica si rotolarono su campi, aiuole e prati, rendendo tutto molto pizzicoso.
All’alba del giorno seguente le Cipolle Rosse attaccarono, ma, appena entrate nel regno di Peperonia, il piccante sparso sui terreni ebbe un effetto orribile. Cominciarono a grattarsi, a riempirsi di brufoli e più si grattavano più diventavano ributtanti.
Le Cipolle Rosse si ritirarono nel loro regno e non misero più piede nel Regno di Peperonia. La pace era tornata, gli alberi ridavano cibo, i sudditi di Peperonia erano più ragionevoli. Cilli e Paprica regnarono tanti anni non affidandosi alle previsioni di streghe e maghi, ma al loro buon senso.
Decisero di dedicare una favola a tutti i bambini che cominciava così: