Letteratura per l’infanzia – Premio Letterario Internazionale Merano-Europa Settima edizione 2007
Eliana Olivotto
Briciole
favoletta
C’era una volta un uomo cattivo, ma così cattivo che, alla sua vista, tutti si nascondevano o scappavano via.
L’uomo, che era senza nome poiché anch’esso era scappato via da lui, era chiamato “il Malvagio”.
Viveva in solitudine, con la sola compagnia della sua ombra che, nonostante lo desiderasse tanto, non poteva staccarsi dai suoi piedi. Più volte aveva tentato di fuggire allungandosi o accorciandosi in momenti diversi della giornata con l’aiuto del sole, ma a nulla era valso: il legame fra loro era indissolubile.
L’uomo si era accorto di tutte queste manovre nei ripetuti tentativi di fuga, e un giorno, con voce rabbiosa, apostrofò la sua ombra:
– Che cosa vuoi fare?
E lei, nascondendo la piccola bugia nelle pieghe dell’oscurità, rispose:
– Nulla.
Chi mai avrebbe potuto sopportare di vivere con un uomo così?
Solo un paziente servitore stava da sempre al suo servizio e aveva ormai quasi fatto l’abitudine ai suoi sgarbi, al suo egoismo, all’avarizia… al freddo pungente che emanava da quella casa dilagando ovunque e avvolgendo ogni cosa.
Come un cane fedele gli stava appresso e, nonostante tutto, gli voleva anche un po’ di bene, sentimento che forse aiutava i due a respirare meglio, a riscaldare un pochino, appena un po’, le mani e il cuore. Quanto bastava per non morire.
Il servo lo accudiva, gli preparava il caffè zuccherato al mattino, il pranzo a mezzogiorno, e la cena alle otto di sera. Poi diligentemente sparecchiava e infine obbediva all’ordine di scrollare la tovaglia dalla finestra, in modo che tutte le briciole di pane liberate nell’aria andassero poi a finire giù sul ghiaino del cortile e tra l’erbetta del prato.
Col trascorrere dei giorni, dei mesi e degli anni… il Tempo lasciava ovunque il segno indelebile del suo passaggio. Così anche il Malvagio divenne molto vecchio, ed un giorno morì.
Subito il Diavolo, felice e contento, fregandosi le mani dalla soddisfazione, andò a prendersi la sua anima nera.
Ma, guarda un po’, incontrò Dio che voleva prendersela lui.
– Ma come – disse il Diavolo – quest’uomo non ha mai commesso una buona azione, dico una che sia una, in tutta la sua vita, e tu pretendi di portarlo in Paradiso?
Quest’anima mi appartiene di diritto e me la trascinerò giù nel profondo dell’Inferno. Cascasse il cielo! Sono anni che me la coltivo come una pianticella, innaffiandola di male!
Dio, nella sua infinita misericordia, ribatté che sì, un’azione buona quell’uomo l’aveva pur compiuta. Anche se si trattava di una sola azione, egli pensava che fosse sufficiente a salvargli l’anima.
Sbalordito, il Diavolo obiettò che quanto affermato da Dio non poteva essere vero. Egli aveva sempre tenuto d’occhio la sua preda, e non gli risultava proprio avesse mai compiuto alcunché di buono.
– Sono sicurissimo del fatto mio!, e sono pronto a scommettere che, fra noi due, sarò io a portarmelo via – disse ridendo. – Comunque dimmi, dimmi pure, – continuò provocatorio il Diavolo – quale sarebbe questa benedetta (o maledetta, secondo i punti di vista) unica buona azione che lo salverebbe dalle mie sgrinfie?
E scoppiò in una gutturale risata che sembrava sprigionarsi dalle profondità di una caverna sotterranea.
– Ah… ah… ah… come mi diverto!
Allora Dio pazientemente rispose:
– Ti ricordi quando l’uomo, dopo aver mangiato, ordinava al suo servitore di sbattere la tovaglia dalla finestra?
– E allora? – rispose allibito il Diavolo.
– Ebbene, – disse Dio – guarda!
E, preso un enorme sacco, slegò la cordicella annodata che lo chiudeva e, scuotendolo, lo svuotò nell’aria: si sparsero in cielo miriadi di briciole lucenti come l’oro, così luminose da confondersi fra le stelle del cielo.
Erano tutte le briciole liberate dalla tovaglia giorno dopo giorno nel corso della vita, innumerevoli briciole che avevano nutrito generazioni di passerotti affamati, migliaia e migliaia di formichine e tante altre piccolissime, apparentemente insignificanti, creature di Dio, importanti ai suoi occhi…
– Sì, per questo gesto, io avrò pietà di lui e salverò la sua anima – disse dolcemente ma con fermezza la Voce suprema.
Fu così che l’uomo cattivo conobbe l’infinita misericordia di Dio. Si lasciò travolgere abbandonandosi all’azzurro delle onde di questo oceano d’amore divino che lo trascinava in un porto sicuro.
Mentre il Diavolo fuggiva con la coda fra le zampe, avvolto nel suo nero mantello di gelida delusione.
Briciole di pane.
Pane di vita.
La vita è pane.