Letteratura per l’infanzia – Premio Letterario Internazionale Merano-Europa Settima edizione 2007
Anna Maria Granato
Eroi a quattro zampe
Sputnik , Segatura e Mollica , si erano conosciuti giocando e rincorrendosi sui prati della Villa Comunale, un bel parco a ridosso del nuovo centro residenziale, alle porte della città.
I tre cani erano giovani e allegri. Sputnik vivace e curioso bassotto color caffè, apparteneva ad un generale in pensione, Segatura un cooker color miele, dalle lunghe orecchie ricciolute, viveva con la signora Erminia, una maestra in pensione pure lei, mentre Mollica, un possente doberman nero, era il cane di un Metronotte.
Cani e padroni si ritrovavano ogni pomeriggio al parco e mentre gli animali correvano in libertà, il generale, la maestra e il Metronotte parlavano fra loro, discutendo sui fatti del giorno.
Quel pomeriggio di Giugno, faceva già molto caldo e i cani avevano poca voglia di correre, specie Mollica, che se ne stava accucciato a poca distanza dal suo padrone, intento a rosicchiare una vecchia pallina da tennis trovata fra l’erba, mentre Sputnik e Segatura inseguivano le formiche.
“ Certa gente io la punirei a dovere – stava dicendo il generale – chi abbandona il proprio cane in autostrada col rischio di farlo morire, meriterebbe la Legione Straniera.”
“ Povere bestiole, distruggere così la loro vita e la fiducia nel padrone ! ” aggiunse la signora Erminia. “ Purtroppo di fatti come questi ne capitano spesso d’estate – continuò il Metronotte – chi non sa come sistemare il proprio cane, specie se è grande, pur di non rinunciare alle vacanze, non si fa scrupoli e se ne disfa come di uno straccio vecchio.” “ Ma dove li hanno trovati esattamente ? ” chiese il generale “Al casello dell’autostrada, laceri e affamati – rispose il Metronotte – il cane lupo non riusciva più a stare in piedi e il doberman era gravemente ferito, cosicchè la direzione dell’autostrada ha fatto intervenire il veterinario.”
Mollica aveva seguito il discorso con attenzione, ma alla parola “ doberman ” drizzò le orecchie.
“ Dunque – rifletteva – potrebbe capitare anche a me, e in questo caso che fine farei ? ” smise di rosicchiare la pallina e si accostò di più al padrone quasi a cercare sicurezza e protezione.
Il metronotte gli accarezzò il testone, poi guardò l’orologio e disse : “E’ tardi per me, vieni Mollica torniamo a casa “ e salutati gli altri se ne andò col cane al guinzaglio.
L’indomani il doberman non aveva voglia di giocare e invano Sputnik e Segatura lo chiamavano, lui rimaneva fermo nell’erba vicino al padrone. Era triste e aveva paura. “ Anch’io sono un cane grande – pensava – e potrei essere abbandonato. Forse se diventassi tanto bravo o facessi qualche cosa di importante il Metronotte mi terrebbe sempre con sé, ma cosa potrei fare ? ”
Ne parlò con Sputnik e Segatura che lo ascoltarono stupefatti : “ Ma che cosa vai a pensare Mollica , i nostri padroni ci vogliono bene e non ci lascerebbero mai .”
“ Parlate voi che siete piccoli, ma io sono un cane “ingombrante, ” si proprio così mi dice spesso il Metronotte. ” ” Ma te lo dice con affetto, “ insistette Segatura che qualche dubbio cominciava ad avercelo. ” Può darsi – rispose Mollica – però io ho paura lo stesso. E intanto ho deciso di essere più buono e più ubbidiente. ”
“ Ma sei già buono – osservò Sputnik smettendo di andare in su e in giù – non mordi le persone, non attacchi gli altri cani, non insegui i gatti e non vai neppure a caccia di talpe. Che altro vuoi fare ? ”
“ Non lo so – rispose Mollica – ma ci devo pensare. ”
Quella sera i tre cani non fecero le solite corse, ma rimasero tranquilli vicino ai loro padroni, che commentavano “ Poverini, hanno molto caldo, si vede….”
Per alcuni giorni Mollica rimase fermo e quieto, mangiava poco e stava sempre a cuccia. Il Metronotte s’impensierì e lo portò dal veterinario. Il dobermann si animò un po’ vedendo gli altri cani che erano in attesa del proprio turno, ognuno col guinzaglio appeso ad un gancio. C’era un gruppo di tre lupacchiotti tenuti tutti insieme, c’era un cane da caccia con una zampa ferita, un vecchio carlino col mal di denti, un giovane lassie, un fox terrier con un occhio bendato, e sopra un tavolino, era posata una gabbia di vimini con dentro un gatto persiano che sonnecchiava.
I clienti erano molti e l’attesa si prospettava lunga, così il Metronotte uscì con Mollica nel piazzale e per caso incontrarono Sputnik e Segatura che tornavano dal parco. I cani si erano fermati e i padroni si salutavano e stavano per proseguire il cammino verso casa ,quando si udì lo scoppio, seguito da una nube di fumo nero e denso e un forte odore di bruciato.
Il veterinario e l’infermiere uscirono di corsa gridando, “ Presto, i pompieri o gli animali moriranno !” Tra scoppi e caduta di calcinacci si sentivano i cani abbaiare, i cuccioli guaire disperati.
Una piccola folla si era radunata e i padroni dei cani che erano dentro l’ambulatorio, supplicavano di salvarli. “ Non si può entrare – gridò il veterinario – può crollare tutto, ci devono pensare i pompieri, eccoli, stanno arrivando….” Si sentiva la sirena che si avvicinava, ma… fu un attimo! Mollica strappò il guinzaglio al Metronotte e si infilò nella porta piena di fumo, seguito immediatamente da Sputnik e Segatura. Il generale si torceva le mani, la signora Erminia piangeva e il Metronotte stringeva i denti e invano chiamavano i loro cani.
Dopo un po’ attraverso la cortina di fumo si vide Mollica comparire sulla porta trascinando a forza il guinzaglio con i tre lupacchiotti che guaivano terrorizzati e che furono subito assistiti dal veterinario. Poi ecco Sputnik spingere con il muso la gabbia capovolta con dentro il gatto agitatissimo, che miagolava in modo straziante. Era un salvataggio d’emergenza, ma il prezioso persiano, vissuto probabilmente fra i cuscini, non se ne rendeva conto. Per lui gatto, doveva essere un incubo sentirsi circondato dai cani. La sua padrona, una signora elegantissima che assisteva alla scena, era quasi svenuta. Ed ecco comparire Segatura che era riuscito a staccare il gancio del fox terrier, ma insieme al gancio si era portato dietro anche mezzo attaccapanni.
Intanto erano arrivati i pompieri e il veterinario gridò che facessero presto, ma vista la situazione, il comandante preferì aspettare : “ I cani hanno più fiuto di noi nel trovare gli animali – disse – stanno facendo un ottimo lavoro, quando tutti saranno fuori, useremo gli idranti, se li usiamo adesso, i cani annegheranno. ”
Mollica era di nuovo sulla porta con un fagotto tra le zampe, era il vecchio carlino immobile dal terrore ed ecco Segatura spingere col muso il cane da caccia e il lassie in preda al panico.
La gente assisteva alla scena come se si trattasse di un film, incitavano i cani e applaudivano.
I pompieri commentavano: “ che fenomeni questi cani, sono più bravi di noi. Ma quanti ne mancano ancora ? ” Il veterinario li contò : c’erano tutti, neri di fuliggine, spaventati e malconci, ma vivi. Cominciò ad esaminarli uno per uno su di una coperta distesa per terra, mentre i pompieri spegnevano l’incendio.
Mollica, Sputnik e Segatura erano ridotti da far pena, ma fieri e consapevoli di aver compiuto davvero un gran bel lavoro. Nessuno poteva avvicinarsi, nemmeno i padroni dei cani, e a distanza il generale, la signora Erminia e il Metronotte guardavano commossi i loro eroi a quattro zampe che coraggiosamente avevano salvato la vita di tanti loro amici.
Tutto andò bene, e di questo avvenimento se ne parlò a lungo nel quartiere e perfino sul giornale.
Sputnik, Segatura e Mollica ebbero una medaglia ed elogi a non finire. Adesso Mollica era tranquillo, aveva fatto qualcosa d’importante e certamente il suo padrone non lo avrebbe abbandonato mai, anche se essendo un cane, non poteva sapere che l’affetto vero verso un animale, non nasce dalla gloria, ma direttamente dal cuore e dura per sempre.