Premio Letterario Internazionale Merano-Europa Quarta edizione 2001
Gianni Vianello
Veglia insolita
Veglia insolita di San Lorenzo
per noi improvvisati amanti
su questa spiaggia veneziana,
odorosa di alghe e di cavalli.
Sfilacci di nuvole scure, come
fumo di camini, inghiottono fatue
stelle disattente e morsi di luna.
Euro diffonde canti indistinti
e dormenti immagini al largo
di disgregate barche.
Tu ancora scuoti un barbaglio di luci
dentro quell’acqua impenetrabile
e ora tremi di attesa e di silenzi.
Questa tua inquietudine m’intriga:
sarà l’umido grembo di ragazza
il mio segreto approdo della notte.
Domani mi sveglierò al gioco dei tuoi
capelli contro il sole e mi basterà
alzare il braccio per prendere al volo
nere rondini di mare.
La parola è un’erba gialla
Le nostre voci disperse
sono piccoli intervalli di quiete,
breve euforia d’interi pomeriggi
contro un’orizzonte di acacie.
Il grumo di sabbia del male ostinato
sbianca il tuo sorriso,
come un vento imprevisto
ti ruba l’aquilone di bambino,
e la terra si stacca dai tuoi piedi.
L’odore notturno di menta
sale nell’aria ferma
dai sentieri obliqui di recinti
e ci penetra nel silenzio
di una fertilità abbandonata.
Vaga una presenza rapita
nella leggerezza di notti operose
e afferra pensieri remoti
con una tristezza lucida che snerva;
e la parola
è un’erba gialla stanca di passi.
Nella sua casa di campagna, dopo un pomeriggio tranquillo, vegliato dalle voci sommesse e smarrite degli amici più intimi, Bertolucci muore: il volto scolora e si irrigidisce in una espressione di sorpresa e smarrimento. Quando si appartano in giardino, per l’intimità della moglie e dei figli, gli amici si ritrovano nel buio di una campagna estiva, odorosa, trascurata. Il ricordo struggente di anni di militanza comune li opprime e trovano conforto nel silenzio.
Le piazze di Scirò
Ritrovare un giorno Scirò, divina
d’ali di gabbiani e di zaffiri,
tornare alle mura di Licomède
dove rifranse rumore di guerra
e vinse Teseo l’ultima insidia.
Perdermi tra quelle vetuste rocche,
fragranti di capperi flessuosi,
vagare per indistinti sentieri,
tra piccoli orti dei preti e rubare
ai passeri neri fichi di montagna.
Rivedere ancora le antiche piazze,
inquiete d’ombre e barbare voci,
guardare in basso dentro la tenaglia
alle bianche case di Linaria
ed ascoltare remoti silenzi
d’inesplorate cave dove già si
nascose Achille in vesti di fanciulla.