Premio Letterario Internazionale Merano-Europa Quarta edizione 2001
Giacomo Manzoni Di Chiosca
Il bosco di sera
Quando scende il silenzio della sera,
nuovi suoni si destano nel bosco.
Senti allora cantare l’usignolo
dolcissimi gorgheggi, prima voce
che emerge dal concerto delle rane,
mentre il vento leggero, che risale
la china, e ondeggia in mezzo alle cortecce,
risuona di una musica lontana
che viene su, dal lago alla montagna.
Il cielo è ancora chiaro, dove appare
a tratti tra le fronde, ma dal folto
della macchia selvaggia, sembra uscire
un richiamo furtivo di folletti,
che si nutrono d’aria nella notte,
e attendono la luna, forza arcana
per gli spiriti eletti, dimoranti
tra contorte radici, e dentro ai tronchi
degli alberi più vecchi e sofferenti.
Così, mentre cammino alla penombra
di questa sera dolce e misteriosa,
mi sento come quercia che ha perduto
le sue radici, e vaga tra le piante
senza poter trovare la sua pace.
La musica che incanta non è mia;
il canto degli uccelli si addormenta,
dolcissima ed amara, di stagioni
perdute nella notte tra le stelle,
di secoli vissuti senza amore,
di sogni evanescenti, di sorrisi
appassiti sul volto, come fiori
strappati e abbandonati sul sentiero.
E la notte ritorna, coi suoi gridi,
con i gemiti lunghi, col frinire
dei grilli, che accarezzano l’estate,
con il verso del cuculo, lontano,
che fa da contrappunto all’usignolo.
Fiore amaro
Tu forse non mi credi, a raccontarti
di come è nato questo fiore amaro
che non dovevo cogliere.
Tu forse non ricordi la mia mano
ruvida e forte tendersi alla tua,
ed i miei occhi
cercare i tuoi pensieri nei tuoi occhi.
Ed io, che non sapevo che tu sola
potevi soddisfare la mia sete,
mi sono illuso di poterti amare
come una cosa bella senza cuore,
come i miei sogni eterni, di mistero,
come la luce, che non si può toccare.
Mi sono illuso di esserti vicino
senza bruciare. Di appiccare il fuoco ,
senza scottarmi,
di illuminarti tutta al mio sorriso,
senza soffrire.
Ed oggi, che il mio tempo ha senso solo
per il tuo amore, io brancolo nel buio
dell’eterno deserto in cui si spegne
ogni giorno trascorso senza te.
La vita
E’ tutto un convulso intrecciarsi
di canti, di gridi, di pianti,
è tutto un fiore
di rose spinose, di viole,
di gigli nei campi.
E’ correre dietro a qualcosa
che fugge, e non sai cosa sia;
è tutto un morire di sogni,
un destarsi continuo ad un giorno
già buio al mattino.
E’ solo un’attesa.
Tu sai che ci aspetta la morte,
ma aneli al domani,
per dare ed avere
qualcosa di grande e di bello
che senti nel cuore, e dipingi
con nuovi colori
che inventi ogni giorno,
ogni notte nel sonno;
e al mattino ti svegli,
e riprendi la vita.