Premio Letterario Internazionale Merano-Europa Quarta edizione 2001
Terzo premio
Gianluigi Sacco
Un giorno d’eterno
(per i 600 anni della Certosa di Pavia)
Il silenzio da secoli perdura
qui nell’andito del chiostro.
Qui tra le celle e il pozzo
leggo nell’aria – su questa
pietra – di vite appartate
la cura volta al colloquio
assiduo con Dio
alla preghiera. E nella sera
tra una colonna e l’arco
il canto che sale
verso il cielo “Te lucis ante
terminum rerum Creator poscimus”
e poi il parco pasto e pure
il bianco delle tonache quando
s’avviano alla meditazione
alle Scritture. E ora che tutto
vedo io nulla d’altro chiedo
che un giorno di silenzio
qui nell’andito del chiostro
qui tra le celle e il pozzo –
un giorno di eternità per me
pellegrino tra paese e città.
Tranquilli
Porte balconi finestre di geranio strade
di paese ferme nella memoria muri inermi
contro il tempo profumo di glicine.
Irrompe tra le ringhiere sui corrimani
il gatto guardingo. Il gioco giace
dimenticato in fondo al vicolo.
Cardellini pettirossi dagli orti alla gora
ritentano nidi nelle fessure di allora.
Strade aperte di paese ferme nella memoria.
Odo passi innumerevoli fino a notte fonda
di chi se n’è andato per sempre
sapendo il muro inerme contro il tempo
ed il glicine mi guarda mentre passo
sanguinante tra loro tra quelli
che se ne vanno….
È finito il pane
Oggi ho pochi versi per te
madre: pochi ed insulsi ma
ho ricordato la stanza – lontana
da questi giorni convulsi – da cui
proveniva il tuo canto – ed è finito
il pane, quel pane con l’olio e il sale
del tuo pianto…..