Premio Letterario Internazionale Merano-Europa – Sesta edizione – 2005
Narrativa 2005 – Vincitori e finalisti
Filippi Arrigo – Un filo di cielo, nient’altro – 1° Premio giuria principale
Maria era persona nota in paese. Per nome indossava un mestiere, tutti la chiamavano la “sartina”. Semplicemente. Ma non banalmente: contava eccome essere sarta in un paese di campagna: cento sentieri, dieci case, tre cortili, due strade, un’osteria. … leggi tutto >
Gottardi Giuseppe – L’opzione – 1° Premio giuria popolare studentesca
Ciò che più lo disturbava era quell’andare e venire della memoria. Non c’era ombra di dubbio, ne era più che sicuro, quelli che osservava avevano un nome preciso e non dovette sforzarsi più di tanto per riportarlo alla mente. … leggi tutto >
Barbarisi Maurizio – Io non sono più qui
Quella sala d’attesa lo rendeva sempre nervoso. Era squallida, impersonale, inquietante nel suo biancore latteo. Anche i pochi quadri appesi erano scialbi, senza carattere. Appena si distoglieva da loro lo sguardo non ti ricordavi neppure più cosa raffigurassero, né avevi voglia di osservarli di nuovo per rinfrescarti la memoria … leggi tutto >
Bettini Rosa – Una foglia color passione
Se ne sta seduto sulla soglia di casa; immobile, lo sguardo che vaga nell’aria, forse a cercare terre estreme e ormai irraggiungibili.
E’ Vanni. Tutti i giorni così: dal mattino alla sera, caparbiamente incollato alla panca, pronto a reagire, sgarbato, … leggi tutto >
Brusasco Massimo – Sulla riva della Moldova
Arrivava alle 10.30 precise. E i cigni e le anatre erano già lì ad aspettarlo, certi che sarebbe venuto, perché lui, ogni mattina, giungeva puntuale. 10.30 spaccate: avresti potuto regolare l’orologio col suo arrivo. Veniva qui, tutti i giorni, sulla riva della Moldova, a pochi passi dal ponte Palachkeho … leggi tutto >
Calvi Claudio – Aprile
Prima di quell’aprile guardavo un po’ scocciato e infastidito il pezzo di stoffa con una penna nera che a vent’anni toccava ad ognuno del mio paese : mi sembrava il simbolo di un anno buttato. Prima di quell’aprile non mi chiedevo se il destino ce lo costruiamo, o se invece è un binario in parte tracciato da chi è venuto prima di noi. … leggi tutto >
Cecchetti Stefano – Il vinaio
A casa mia il vino lo portava il vinaio.
Si chiamava Lepri, veniva da un qualche paese a sud di Firenze, forse dall’Impruneta, forse da Grassona, comunque da uno di quei posti che confinano con il Chianti, o lo sono già. Un uomo alto, grosso, una cicatrice lucida sulla guancia destra a formare una piccola salsiccia. … leggi tutto >
Curatolo Roberto – Amore senza età
Prima o poi morirò, si, lo so che la cosa riguarda tutti, ma io lo dico perché ci sono vicina. Nel senso che anche se fosse poi, non sarebbe così in là nel tempo.
Sono vecchia. Anche oggi ho dovuto scendere in farmacia a fare la spesa. Spendo più in medicine che in generi alimentari. Per fortuna che quell’angelo del farmacista – è una farmacia comunale, non illudetevi – mi misura la pressione gratuitamente. … leggi tutto >
Giampietro Guido – Sopra il cielo
“Ragioniere! Allora, l’alziamo questa mano? Approva? Si o no?!”. La stridula voce dell’amministratore, con la forza d’una freccetta che penetra nel bersaglio, si conficcò nella mente svagata del ragioniere facendogli comprendere che il destino dell’intero stabile dipendeva oramai da lui. … leggi tutto >
Melone Attilio – Il punto d’arrivo
Mi è sempre piaciuto camminare senza una meta precisa per i pascoli di montagna, proprio sul limite dove s’incontrano il verde dell’erba, il grigio dei graniti, l’azzurro del cielo ed il bianco della neve. ... leggi tutto >
Pergolari Paolo – Donne in amore
Premetto: io non sono mai nata, però so che mia nonna si chiamava Assunta e fu concepita come lo scoppio di un petardo, proprio quella notte lì, la notte dell’Assunta, quando da poco altri splendori avevano riempito il cielo, quando altre fiammate avevano colorato il firmamento con cascate e zampilli e stelle filanti. … leggi tutto >
Testa Paola – Tram di notte
Era un tram quasi dimenticato. Una linea notturna che faceva il periplo di tutta la città. Serviva soprattutto la periferia ed era praticamente sconosciuto agli abitanti del centro. Aveva un numero, ma la maggior parte della gente non lo conosceva nemmeno Forse n° 2 o 3 ma non aveva importanza. … leggi tutto >
Velluti Alberto – “All’ Aquila Cieca” rinomato caffè letterario
Parte prima
A Zauberdorf camminando su e giù per il lungo viale del centro durante i periodi di villeggiatura era difficile non incontrare almeno per una volta un personaggio illustre. Zauberdorf era da tutti conosciuto come il villaggio che dava quiete e riposo alle menti più acute e illuminate dell’Impero. … leggi tutto >