Poesia – Premio Letterario Internazionale Merano-Europa Sesta edizione 2005
Stefano Cecchetti
Emigranti
In mille e mille al fischio noi si entrava.
Oltre ai cancelli, alle catene
di montaggio.
Con le nostre tute del color del cielo.
E lo abbiamo assaltato una mattina
Mattoni rossi noi stessi e pietre grigie.
Armi e munizioni.
Uno sull’altro, in alto,
ancor più su,
fino quasi a toccarlo,
a strappargli quella maschera
dura.
Un cortocircuito di parole poi
ci rigettò sui treni ancora e sempre
fermi ad aspettarci sopra
i rugginosi sassi
della massicciata.
A Roberto
Non creder mai troppo
A quello che ti dico.
Non dargli troppo peso: io sono solo
Tuo padre, un uomo.
Dolcemente nella tua mente
Uccidimi.
E dona poi,
con gli occhi tuoi guardandomi di uomo,
nuova vita a me, figlio
di figlio.
Un giorno poi siederemo nel tramonto
Taglierò il mazzo delle carte
E insieme giocheremo la partita.
Sorrideremo, allora,
guardandoci negli occhi,
finché la luce non sarà sparita.
Ma tu non credere mai troppo
A nessun uomo
Soprattutto se tuo padre a te d’essere
dice.
Sogno di Adamo
Pesce fra i pesci
Nei freddi ruscelli
Giocare sott’acqua a celarsi
Fra sassi lisci e radici
oppure una nuvola bianca
nel cielo altre nubi a inseguire
fin quando lontana le affianca
laddove si vanno a smarrire.
In uccello poi mi trasformo
e da quel remoto confine
a frotte con gli altri ritorno
veloce confuso felice.
Ma la parte più bella del sogno
fu quando vidi il mio viso riflesso
dall’acqua ferma di stagno
mutarsi, farsi diverso
eppure restare lo stesso.