Letteratura per l’infanzia – Premio Letterario Internazionale Merano-Europa Ottava edizione 2009
Terzo premio
Vivien Vassallo
Felix, principe di Sveglionia
C’era una volta Sveglionia, un paese piccolo-piccolo, grande solo quanto un letto di bimbo. Sulla testiera di quel letto era intagliata una corona, perché quello era il regno del principe Felix. A Sveglionia la cosa più importante era restare svegli tutta la notte, poiché dormire era considerato una gran perdita di tempo. Sebbene avesse solo otto anni, il principe Felix era il miglior esemplare di insonne di tutti i tempi e per questo era salito al trono con grande facilità, dopo alcune settimane trascorse senza chiudere occhio, sbaragliando la spietata concorrenza degli avversari sparsi in ogni dove. Per quanto piccolo fosse il regno di Sveglionia, esistevano numerosi mondi paralleli e simili chiamati Stressonia, Pauronia, Attivonia, Agitonia, Preoccuponia, Viaggionia, Lavoronia, Studionia, Lattonia, Febbronia, Gioconia. Gli abitanti erano bimbetti che non dormivano perché spaventati da mostri e brutti sogni, studenti alzati a preparare gli esami, poppanti affamati e mamme nutrici, papà al lavoro o dispensatori di carezze e rimedi, nonni malinconici e innamorati delusi, filosofi e pensatori, scrutatori di stelle e di televisori, inventori e lettori infaticabili, viaggiatori e persone di ogni età. Persone che di notte avevano altro da fare che dormire. Tutti potevano diventare re o regina, principe o principessa e trasformare così una culla o una scrivania, una poltrona o un lettino, un tavolo o un lettone, nel famoso regno di Sveglionia. Non era necessario abitarci tutta la vita: a volte bastavano pochi mesi o pochi giorni di intensa attività per aggiudicarsi il titolo. Tutti potevano concorrere –anche tu, anche io- perché tutti, almeno una volta nella vita abbiamo fatto parte di quella tribù dagli occhi spalancati, dalle palpebre troppo leggere per chiudersi, dai pensieri troppo veloci per fermarsi. Questa volta la gara era stata quasi inesistente perché la vittoria del principe Felix era stata schiacciante e con grande distacco dagli altri partecipanti. Egli, infatti, riusciva a restare sveglio tutta la notte senza battere ciglio, alzandosi poi al mattino pieno di energie. Aveva scoperto le sue straordinarie doti nelle vacanze invernali, dopo una breve e banale malattia che però a lui era sembrata infinita, durante la quale aveva trascorso molte ore a dormire. Una volta guarito, aveva cercato di recuperare il tempo perduto, non dormendo più. All’inizio tutto era andato a meraviglia: le notti iniziavano tardi e finivano presto; le giornate erano interminabili e piene di avventure al parco, di corse in bicicletta e di scorazzate in monopattino. Poi, però, qualcosa era cambiato e quelle ore notturne passate in solitudine nel suo letto, mentre il resto della famiglia era occupato a sognare, fecero venire strane idee al principe Felix. Improvvisamente iniziò a vedere ombre minacciose sulle pareti, a sentire rumori inquietanti dietro alle finestre, a immaginare esseri spaventosi tra le lenzuola. E la tigre che da anni divideva il letto con lui, sembrava non riuscire a proteggerlo più dalla paura. Aveva così iniziato a tenere le luci accese a giorno, a mettere nuovi amuleti accanto al letto, a leggere letture e recitare filastrocche scaccia timori, ma la situazione non era migliorata. Quando arrivava il momento di alzarsi, gli occhi del principe erano arrossati e cerchiati, il suo colorito spettrale e l’umore davvero non dei migliori. Persino il regale appetito con cui era solito affrontare la prima colazione, pareva perdere colpi, e i momenti di noia che farcivano le tante ore a scuola, non erano più compensati dall’entusiasmo e dalla gioia di vedere i compagni. Il principe Felix incominciò a pensare che, dopotutto, non doveva essere poi così male dormire un po’ la notte, svegliarsi riposati la mattina con ancora un bel sogno in mente, e sentì di desiderare qualcosa del genere per sé. Naturalmente la sua posizione di regnante di Sveglionia e i suoi obblighi di rango, gli impedivano di ammettere queste fantasie e così decise di scendere dal suo letto per tenersi vigile e per trascorrere in qualche modo tutte quelle lunghe ore notturne. Una cosa, infatti, era stata conquistare il trono di Sveglionia, un’altra mantenerlo! Le prime volte si era accontentato di pochi timidi passi sullo scendiletto, ma poi si era allontanato sempre più dai confini del suo regno, con vere e proprie marce nella sua stanza. Quindi era arrivato il momento delle spedizioni di controllo nel corridoio, delle incursioni in bagno per fronteggiare gli attacchi della pipì infinita, in cucina per combattere contro la sete invincibile. Una volta conquistata anche la sala, l’unica roccaforte da espugnare restava la camera dei genitori, così tranquilla e silenziosa da fare venire rabbia, con il respiro del fratellino a ricordare che lì qualcuno sognava…
Il principe Felix iniziò a sentire su di sé tutto il peso di un regno che non era più piccolo come un lettino, ma grande come un’intero appartamento, e ad avvertire il bisogno di avere dei collaboratori con cui dividere le responsabilità. Sempre più spesso, varcata la porta, ultimo baluardo ad essere abbattuto, era piombato urlando e piangendo, con modi assai poco regali, di fianco al letto di mamma e papà, reclamando la loro presenza in camera sua. Un po’ assonnati e increduli, i genitori avevano accettato di alternarsi dapprima nella stanza del loro primogenito, e poi addirittura nel suo letto. Ma gli strilli e i pianti non erano cessati. A casa di Felix nessuno dormiva più a sufficienza e benché l’arrivo del mattino fosse atteso da tutti come un sollievo dai gravosi impegni notturni, la mamma si alzava poi con i capelli dritti e il papà con sempre meno capelli sulla testa. Durante la giornata il papà, nella sua enoteca, consigliava ai clienti acqua minerale con il pesce e camomilla al posto dei vini da meditazione; la mamma non riusciva più a concentrarsi sul suo lavoro di traduttrice e quando aveva finito riponeva il vocabolario in forno. Entrambi i genitori infilavano la biancheria pulita nel frigorifero e le verdure nell’ armadio. La casa sembrava un campo di battaglia in cui il fratellino del principe gattonava a grande velocità, scavalcando ostacoli e pericoli, incontrastato re delle ore diurne. Intanto il regno del principe Felix cresceva sempre più, estendendosi all’intero edificio, al giardino, ai viali che circondavano il caseggiato. Anche i vicini, infatti, riferivano di sentirlo piangere e rumoreggiare durante la notte, ritenendolo responsabile dei loro risvegli. I pesci rossi nella vasca in giardino, anziché dormire sotto le foglie di ninfea, sguazzavano e saltavano fuori dall’acqua, ingannati dall’illuminazione del principe. Di giorno, così, si addormentavano sfiniti, non prestando attenzione agli agguati dei gatti. In casa, nel frattempo, il fratellino del principe disturbato dagli strani movimenti, aveva iniziato a svegliarsi strillando nel cuore della notte e a scappare dalla sua culla, dando addito a pesanti pettegolezzi. Sul “Gazzettino dei mondi paralleli” si leggeva, infatti, che il regno del principe Felix stava attraversando una grave crisi e che, con molta probabilità, il trono sarebbe stato usurpato dal principe Fratellino, il quale, nonostante non avesse ancora compiuto un anno, stava già dimostrando notevoli qualità di resistenza notturna… Questo per la mamma e il papà era veramente troppo: due principi di Sveglionia nella stessa famiglia non erano accettabili! Qui ci voleva un consiglio straordinario di gabinetto! Così quella notte, visto che comunque nessuno avrebbe dormito, la famiglia si riunì di fronte a una fumante teiera di camomilla e deliberò sul da farsi. Il principino Fratellino, ascoltate le prime battute, si rannicchiò in un angolino morbido della casa e si addormentò, dimostrando così di non essere assolutamente interessato alla successione al trono di Sveglionia. I genitori spiegarono al principe Felix che, esclusi i gatti, dediti a cori e scorribande fino all’alba, davanti alle finestre, per tutti gli altri la situazione era diventata insostenibile: la mamma non poteva più leggergli fiabe per ore e ore e il papà non poteva più trascorrere la notte sul bordo del suo letto. Il principe Felix ammise che anche lui non si sentiva più di continuare così e che avrebbe tanto desiderato ritornare a dormire. Decise che avrebbe preso in mano la sua vita e affrontato la situazione. L’indomani restituì gli amuleti e i portafortuna avuti in prestito da persone care e costruì una collana luminosa che, con il suo scudo di luce, lo avrebbe protetto dalle paure. Quando venne il momento di andare a letto, la mamma gli lesse una favola scritta appositamente per lui, e il papà si sedette al suo fianco per abbracciarlo. Poi si spensero le luci, si accesero i sogni e l’incantesimo, che per tante notti aveva tenuto sveglia tutta la famiglia, si spezzò. E, finalmente, tutti dormirono sereni… Chi salì al trono di Sveglionia? Il re Pam: il più grosso e importante gatto dei viali… Ma la corsa per la corona è sempre aperta!
Biografia: VIVIEN VASSALLO
Mi chiamo Vivien Vassallo e sono nata a Vienna il 28 ottobre 1967. Abito a Sanremo fin dalla prima infanzia. Dopo essermi diplomata al liceo scientifico mi sono laureata in lingue e letterature straniere europee all’ università di Genova. Ho insegnato la lingua tedesca e in seguito mi sono dedicata al lavoro di traduttrice. Sono sposata e ho due figli di nove e due anni con i quali trascorro molto tempo. E’ proprio l’osservazione del loro mondo, del modo poetico, sempre nuovo e imprevedibile in cui i bambini attraversano e vedono la vita, a ispirare i racconti che scrivo per loro e per chi li vuole ascoltare.