Poesia – Premio Letterario Internazionale Merano-Europa Ottava edizione 2009
|
Primo premio
Federico Lama
Santo Domingo
Dolce
la brezza viene dal mare
mi sfiora lieve
un fremito di tenere dita
la pelle appena s’increspa
ah, il profumo dei fiori bianchi
miele nel crepuscolo
che si porta via gli ultimi giochi
dei miei compagni bambini.
Vanno lesti a casa
farfalla li segue il mio cuore
io resto,
ancora ansante di corse gioiose
distesa su questa tiepida sabbia
che ricorda
dicono
soave carezza di mamma.
Aspetto.
Questo è il posto.
Si muove nel buio
una forma più scura
cauta
in silenzio si sdraia al mio fianco
il suo greve respiro
spegne di colpo
il profumo del mare e dei fiori.
Una grossa mano calda
non è tiepida sabbia!
non è lieve carezza!
sale su per le mie cosce bambine
si insinua brutale
abilmente mi fruga.
Atràs! Atràs!
biascica osceno.
Mi è sopra
flaccido peso ansimante
esalando whisky
e parole straniere.
E mentre mi prende
mi accorgo
che la sabbia ora è fredda.
E ho tanta paura.
AK-47 (*)
Afferrato nella notte
sbattuto di corsa
su impervi sentieri di buia foresta
zuppo di pioggia battente
in faccia le unghie dei rami
la carne straziata
e il ferro feroce di un grosso fucile
monito orrendo
mi pungola il dorso
e l’acqua mi entra nel collo
mi cola sul viso
e le mani bagnate sorreggono a stento
questo grosso fucile
che pesa piombo
uguale a quello confitto nel dorso.
Avanti! avanti!
corri, non ti fermare
acqua nelle scabre scarpe
dure lame di cuoio
feriscono a sangue i miei piccoli piedi
ansimo
aria! il cuore mi scoppia
non riesco a tenere la corsa degli uomini adulti
con queste mie giovani gambe
che solo conoscono
i giochi di strada.
Cado, ho paura
lacrime e pioggia
una mano violenta mi azzanna i capelli
mi rialza impietosa.
La canna del grosso fucile
mi incalza la schiena
avanti! avanti!
Il fucile che imbraccio è piombo e terrore.
Fermi!
Silenzio.
Ecco il nemico.
Un’ombra più scura
non si è accorto di nulla
è vicino, quasi posso toccarlo
ora sento soltanto la pioggia e il mio cuore
e una voce che sussurra la morte.
Spara!
e mi indica cauto il bersaglio.
E’ per questo che siamo venuti.
Uomo sarai questa notte
togliendo la vita ad un uomo.
A fatica
sollevo tremando
la mia anima
e il gelido mostro di piombo e d’acciaio
a fatica
la mia piccola mano
impugna tremando
il mio atroce destino.
No!
Voglio tornare al dolce sorriso
della mia mamma,
alle grida gioiose delle mie sorelline,
ai giochi
nei meriggi assolati,
a scuola!
Spara!
e questa volta il sussurro è rabbioso.
La mia mano ha un sussulto.
Un boato
un fragore di tuono.
Il piombo e il terrore rimbalzano
nelle mie mani
chiudo gli occhi
e quando li apro
vedo
nel fumo
cadere
e
morire
il nemico.
Ed io muoio con lui.
(*) Avtomat Kalashnikova obrazca goda; anno di costruzione: 1947
Peso carico: oltre 5 Kg
Lunghezza: 87 cm
Altezza di un bimbo di 12 anni: 145 cm circa
Cluster Bombs (*)
Rosso era il fiore
ardente vessillo di vita
nel mare di aguzze macerie
di ferri contorti
protèsi con rabbia impotente
a trafiggere il cielo
da dove è arrivata la morte.
Bello era il fiore
dritto nel sole accecante
sulla via dell’acqua
percorsa ogni giorno
all’assalto furioso di botti ferrigne
grondanti ruggine e fiele.
Volli cogliere il fiore
perché la sua vita
tornasse a dar vita ai miei occhi.
Tesi la mia giovane mano
e in un fragore improvviso
il rosso del fiore
si asperse sulle aguzze macerie
sui ferri divelti piantati nel cielo
sulle ceneri bianche
e il fiore era immenso e innocente
e il rosso era immenso e innocente.
Coprì tutta la Terra.
(*) Bombe a frammentazione. Si dividono in un centinaio di piccole bombe che restano per la massima parte inesplose. Le loro vittime sono per il 98% civili, di cui il 30% bambini
Biografia: FEDERICO LAMA
Nato a Genova nel 1939, dopo il liceo classico consegue la laurea in Chimica.
Trascorre una buona parte della sua vita lavorativa in Italia e all’estero nel mercato delle alte tecnologie e dell’informatica. Successivamente, cambiata completamente attività, tiene seminari di qualità comportamentale in varie aziende italiane.
Da qualche anno, rallentati i ritmi lavorativi, scrive racconti e poesie.
Non ha ancora al suo attivo alcuna pubblicazione, e la sua partecipazione a concorsi è assai limitata.
Nel 2008 vince il Premio speciale della Giuria nel concorso “Creatività e scienza” della Città di Salerno con il racconto “Il ragazzo che voleva fermare il tempo”. Una sua poesia “Io amo” è tra le finaliste del premio Firenze-Europa “Mario Conti”. Predilige le poesie di denuncia basate su fatti del costume e della società contemporanea che gli creano emozioni forti, come l’abuso o lo sfruttamento dei minori, le morti bianche, le ipocrisie sociali o religiose. Le sue poesie si potrebbero definire “instant poems”.
Vive in Liguria a Chiavari (GE).